Lo stemma della città di Forlì
è giunto alla sua forma attuale dopo tutta una serie di
sovrapposizioni.
I cronisti medievali, sia pure in modo non organico, ce ne hanno
narrato la genesi.
Dapprima vi fu uno scudo vermiglio, insegna che i Romani dettero,
per antica tradizione risalente ai tempi di Numa Pompilio, a tutte
le città fondate da loro (Giovanni Villani. libro I, Cap.
XL).
Nel Campo vermiglio fu più tardi inserita una Croce bianca
in ricordo della fervida e valorosa partecipazione dei Forlivesi
alla Prima Crociata (1096-1099).
Un secondo scudo, completamente bianco, attraversato dalla scritta
"LIBERTAS", sta a testimoniare del tempo in cui Forlì si
resse a Repubblica (la prima volta fu nell'889, l'ultima nel
1405).
I due scudi (il bianco e il vermiglio) passarono tuttavia in
secondo ordine quando l'imperatore Federico II volle premiare i
Forlivesi per l'aiuto fornitogli nella presa di Faenza (1241). Egli
concesse alla ghibellina Forlì (insieme con il diritto di
battere moneta) di fregiarsi con l'Aquila Sveva in campo d'oro; con
gli artigli il rapace trattiene le due antiche imprese
(spesso-figurativamente-trasformate in ovoli) perchè di
quelle non vada perduta memoria.
Sormonta il tutto una corona murale turrita propriamente detta
"Corona di Città".